Anche il 2011 ha confermato l’ottimo stato di salute del settore biotech

Scritto per Ifanews da Alessandro Faccioli. Si è appena concluso un altro anno positivo per il settore delle biotecnologie. Molti eventi positivi giustificano l’ottimo andamento del 2011. L’indice Nasdaq Biotech ha realizzato un +12%, che di per sè è un risultato di tutto rispetto, ma la cosa assume ancor più peso se confrontato con le varie piazze finanziarie mondiali.

Stiamo parlando dell’anno in cui la borsa italiana ha perso il 26% ed il principale indice europeo, l’Eurostoxx 50 è sceso del 17%. Non è andata bene neppure la borsa giapponese con un –17% e quella tedesca ha lasciato sul terreno un –15%. Nello stesso periodo l’indice statunitense S&P500 è rimasto pressoché invariato. Ecco che un +12% dell’indice biotecnologico diviene un ottimo risultato. Se dovessimo fare il medesimo confronto a distanza di cinque anni il divario diverrebbe ancora maggiore, quasi imbarazzante, con l’indice biotecnologico in rialzo del 36% e tutte le suddette piazze finanziarie in profondo rosso.
 
Ancora una volta l’indice biotecnologico si è dimostrato relativamente scorrelato dall’andamento dei mercati ma la cosa su cui porre molta attenzione è che nella crisi di borsa del 2011 l’indice biotech si è dimostrato difensivo e addirittura ancora una volta più difensivo del suo parente più stretto, che è il farmaceutico tradizionale. Infatti, l’indice del pharma dell’AMEX ha realizzato un +8%, circa il 4% in meno di quello biotech.
 
Molteplici fattori hanno contribuito a realizzare il buon andamento del settore. Tra tutti l’ottimo andamento del volume d’affari delle aziende biotech finora registrato (dati del terzo trimestre 2011), con molte che hanno incrementato le stime di vendita dell’anno.
Il 2011 è stato anche l’anno in cui per la prima volta una azienda biotech (Amgen) ha iniziato a pagare dividendi agli azionisti. Altre aziende primarie hanno invece scelto la strada del buy back. Tale scelta deriva dal fatto che ritengono vantaggioso impiegare la propria liquidità nel comprare azioni proprie in quanto ritenute allo sconto. La statunitense Gilead Sciences per esempio, solamente nell’ultimo trimestre ha acquisito quasi 900 milioni di dollari di proprie azioni.
 
In ogni caso, un quadro più preciso sarà possibile averlo solo dopo che verranno resi noti i dati di bilancio del quarto trimestre e dell’intero 2011. La pubblicazione è prevista, per la maggior parte delle aziende, a febbraio.
 
Nel 2011 importanti farmaci biotecnologici hanno ottenuto la licenza alla commercializzazione dalla FDA (Food and Drug Administration).  Di seguito sono elencati i principali :
-         lo Yervoy di Medarex (melanoma)
-         il Benlysta di Human Genome Sciences (Lupus eritematoso sistemico)
-         lo Adcretris di Seattle Genetics (linfomi di tipo Hodgkin)
-         lo Jakafi di Incyte (mielofibrosi)
-         l’Incivek di Vertex (epatite C)
-         l’Actemra di Genentech (artrite idiopatica giovanile)
-         l’Eylea di Regeneron (degenerazione maculare legata all’età)
-         lo Xalcori di Pfizer (cancro ai polmoni con gene ALK+).
 
È chiaro che sono i nuovi medicinali approvati che nel tempo garantiscono linfa al settore.
 
Anche gli investimenti in ricerca e sviluppo sono rimasti su ottimi livelli. Infine, vorrei riportare un dato che forse su tutti fa comprendere la forza del settore.
Secondo uno studio effettuato dalle associazioni di categoria BayBio e BIOCOM, nella California (il cuore mondiale delle biotecnologie), il tasso di occupazione a 5 anni del settore è aumentato del 600%. È un classico esempio di come l’innovazione riesca a creare occupazione.
 
Teniamo presente che la pipeline del settore gode di ottima salute e che nel giro di poco tempo alcune nuove molecole potrebbero rivoluzionare la cura di malattie quali l’epatite C e diverse forme tumorali.
Da qui si capisce il perché di recente sono stati spesi 11 miliardi per acquisire l’azienda biotech Pharmassett con nemmeno una molecola in commercio, oppure oltre 20 miliardi per Genzyme e 6,2mld per Cephalon.

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