ANCHE DISNEY HA IL SUO PIANO "PRIDE". IL MERCATO E IL GOVERNATORE DELLA FLORIDA NON APPREZZANO...
Giannina Puddu, 28 giugno 2023.
Nel febbraio 2021 le azioni Walt Disney, quotate al NYSE, erano salite fino a superare i 190 dollari e una capitalizzazione di mercato di 348 miliardi di dollari.
Il valore attuale, dopo aver registrato un tonfo progressivo, è di 89,06 dollari e la prospettiva non è rosea.
Durante il mese di maggio appena trascorso, Christine McCarthy, CFO di The Walt Disney Company ha annunciato che avrebbe tagliato i contenuti in streaming man mano che il numero degli abbonati fosse crollato.
Questo annuncio è stato spiegato come parte del nuovo approccio strategico alla creazione di contenuti e in occasione dell'informazione relativa agli utili del secondo trimestre.
Il fatto rientra nel piano di ristrutturazione del CEO Bob Iger, imposto dal crollo degli abbonati alla piattaforma di streaming Disney+, diminuiti per il secondo trimestre consecutivo di circa quattro milioni.
Oltre i numeri, tra le ruote dell'ingranaggio, c'è anche il doppio litigio della Disney con il governatore della Florida in relazione al suo disegno di legge “Don’t Say Gay” e alla messa in discusione del potere, storicamente concesso alla Disney dalle amministrazioni precedenti, sul distretto di Reedy Creek.
Secondo Iger si trattava di “chiaramente una questione di ritorsione” da parte del governatore, proprio in occasione del comunicato sugli utili della società.
L'accusa lanciata da Iger al governatore De Santis, è quella di un attacco sul controllo dell'area come reazione aggressiva alla critica di Disney sul progetto di legge "Don't Say Gay" a firma proprio di De Santis.
Ha fatto notare che la sua azienda è il più grande contribuente della Florida avendo pagato nel 2022, più di 1,1 miliardi di dollari di tasse locali e statali, che offre lavoro a 75.000 persone, che è uno dei motori principali del turismo e degli investimenti nello stato.
E, furibondo, ha chiuso causticamente ponendo la domanda: “Lo stato vuole che investiamo di più, impieghiamo più persone e paghiamo più tasse o no?”
E, giacchè c'era, ha pure sottolineato il potenziale dell’intelligenza artificiale che potrebbe fornire alcune “grandi opportunità” alla Disney per avvicinarsi ai suoi clienti.
Così si è infilato nell'altro grande vespaio che registra lo sciopero in corso della Writers Guild of America e che vede la WGA proporre regolamenti relativi all’uso di materiale generato dall’IA per proteggere i diritti degli scrittori che temono che il loro lavoro sia usato, furbescamente, come materiale di partenza dall'intelligenza artificiale.
Insomma, Iger vuole poter contare sulle nuove opportunità offerte dall'IA sostituendo gli scrittori umani ma usando il lavoro che hanno già fatto e senza più pagarli, vuole parlare liberamente ai suoi clienti (adulti e minori) di gay e LGBT, vuole conservare il controllo assoluto dell'immensa area Reedy Creeck.
Infatti, nel mese di aprile e senza fare rumore, Disneyland aveva annunciato i suoi piani per il mese del Pride.
E, contemporaneamente, DeSantis aveva fatto le sue osservazioni relative alla necessità di rivedere le concessioni statali sul conglomerato di intrattenimento.
L'evento speciale del Pride, previsto per il 13 e 15 giugno e chiamato "Disneyland After Dark", era stato venduto con biglietto separato per la celebrazione della comunità LGBTQIA nel parco Disneyland mentre DeSantis aveva condannato pubblicamente la discussione sull'orientamento sessuale e l'identità di genere nella scuola materna.
DeSantis, per reazione, ha "promesso" di fermare l'intento della Disney di evitare la supervisione dello Stato, garantendosi lo status di autogoverno in una larga porzione territoriale dello Stato che conta 27.000 acri (42 miglia quadrate).
Nell'aprile di quest'anno, Disney ha fatto causa al governatore della Florida nella guerra culturale sulle questioni LGBTQ+.
L'accusa rivolta al probabile futuro candidato presidenziale è quella della presunta "violazione dei diritti" compresi quelli acquisiti (e non eterni...) per il controllo della terra che comprende il suo Resort della zona di Orlando.
Il governo dello stato della Florida ha battagliato per circa un anno per strappare il controllo dei 27.000 acri di terra del Reedy Creek Improvement District sui quali, la compagnia aveva conservato a lungo insoliti poteri di autogoverno.
La Disney ha chiesto a un tribunale federale di invalidare i provvedimenti statali sventolando la promessa di investire 17 miliardi a 10 anni in cambio del potere assoluto e "a lungo termine" del suo piccolo stato nello stato.
E' innegabile il fatto che tale "governo indipendente", abbia fatto un buon lavoro sul territorio durante i 55 anni trascorsi.
Il distretto Disney gestisce 134 miglia di strade, 67 miglia di corsi d'acqua, servizi regionali di gestione dei rifiuti e riciclaggio, regolamentazione della pianificazione e dello sviluppo, elettricità e impiega 2.000 fornitori per fornire servizi pubblici.
La denuncia della Disney è dettagliata in ben 74 pagine!
DeSantis respinge la causa come il tentativo della Disney di mantenere privilegi straordinari dei quali, come società, è l'unica a godere in Florida.
Già nel giugno 2022, Disney entrò nelle sabbie mobili dell' "educazione sessuale" rivolta ai minori.
Con il lancio del film Lightyear, un nuovo spin-off del franchise di Toy Story della Pixar che aveva ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica.
Il Guardian lo aveva descritto come una "storia di origine incredibile" con recensione a quattro stelle.
Il Telegraph, invece, lo aveva demolito asserendo che il film era "tristemente cotto a metà" e gli aveva assegnato una sola stella.
L'ipotesi (confermata da alcuni stati ma non da tutti) è che tale divieto sia dovuto al bacio tra persone dello stesso sesso, anche se tra due personaggi secondari.
Per gli Emirati Arabi Uniti il film si pone in "violazione degli standard sui contenuti multimediali del paese".
A Singapore gli spettatori devono avere almeno 16 anni a causa di pezzi del film che contengono "rappresentazioni omosessuali palesi".
Escluso il caso a parte di Onward che aveva subito i limiti per pandemia Covid.
Il 24 giugno, CapitalRock Asset Managers ha osservato che: "DISNEY non è stata in grado di recuperare nonostante il recente rally degli indici azionari mostrando estrema debolezza e un down trend senza difese sul weekly. Al primo accenno di ritraccio dei mercati, la società di entertainment potrebbe accelerare al ribasso. La candela weekly, seppur in bassa volatilità, rappresenta un set up di vendita."
Il CEO Bob Iger dovrebbe decidere che mestiere vuole fare, se il manager o il politico.
Stando alla guida della Disney Company i due ruoli conflagrano con effetti dannosi per la società e per i suoi azionisti.