ALTRE DOMANDE A GIANVALERIO SANNA DEL COMITATO SCIENTIFICO PER L' INSULARITÀ IN COSTITUZIONE...

Giannina Puddu, 31 marzo 2025.
L'ottimo pezzo di Elia Sanna, pubblicato il 28 marzo u.s. (https://www.ifanews.it/gianvalerio-sanna-il-ppr-della-sardegna-e-lo-strumento-efficace-che-todde-ha-in-mano-eppur-non-usa), mi ha suggerito ulteriori cinque domande per Gianvalerio Sanna che, attraverso la cortese collaborazione di Elia Sanna, ha, gentilmente risposto:
1) La giunta di Renato Soru, aveva approvato, quale prima regione in Italia, il Piano paesaggistico regionale e questo è l’unico strumento urbanistico che può fermare la scriteriata installazione di impianti da fonti di energia rinnovabile sul suolo dell’isola.
Renato Soru non ha una posizione in contrasto con quella definita dal Comitato, lui prediligeva la strada della costituzione di una società sarda per l'energia al fine di imporre una dinamica dell'uso delle fonti energetiche in grado di spostare sulla autonomia regionale i poteri delle decisioni.
Questa possibilità si è scontrata ben presto con le tempistiche che imponeva il cosiddetto Decreto Draghi sulle energie rinnovabili e così si è dovuta abbandonare questa strada che comunque è prevista dallo Statuto Sardo.
2) Se le previsioni del PPR fossero state applicate con il rigore necessario, quali impianti in funzione sarebbero stati bocciati?
Più che applicate con rigore si trattava di completare subito la redazione del PPR estendendolo a tutto il territorio della Sardegna ed a quel punto la mappa delle aree da tutelare anche dall'invasione delle energie rinnovabili in maniera indiscriminata sarebbe stata chiara e non modificabile dall'azione del Decreto Draghi.
3) Se le previsioni del PPR si applicassero con il rigore necessario, quali impianti autorizzati e/o già in fase di realizzazione con cantieri aperti, potrebbero essere bloccati?
Oggi la soprintendenza sta operando cercando di contenere l'invasione appellandosi a quelli che il PPR ha avuto modo di definire e classificare come beni paesaggistici, ma si tratta di una metodica che esclude per esempio la tutela dei 254 paesaggi agrari censiti e documentati dalle università sarde nella fase di completamento della documentazione del PPR proprio per completarlo nelle aree interne.
Abbiamo bisogno di questo tipo di tutela che anche in virtù della gerarchia delle fonti giuridiche potrebbe prevalere anche su gli obblighi che discendono dall'applicazione del Piano Draghi.
4) Se tutti questi blocchi e/o bocciature successive alla concessione delle autorizzazioni, di qualunque fonte, fossero applicati quali sarebbero gli effetti giuridici? E, a monte, cosa sarebbe ancora possibile se Todde decidesse di far leva sul PPR che ha già in mano?
Se si facesse leva su questi elementi di tutela discendenti dal PPR l'insediamento di impianti per energia da fonti rinnovabili in Sardegna, anche in corso di autorizzazione, dovrebbero confrontarsi in sede di contenzioso con il valore costituzionale del PPR che sarebbe prevalente su tutti i restanti interessi pubblici in gioco così come accaduto con la Sentenza del Consiglio di Stato n.1872 del 5 marzo scorso con la quale è stato annullato il Decreto della Regione Toscana che autorizzava il parco eolico sul Monte Amiata, affermando la prevalenza del principio della tutela del paesaggio (contenuto nelle previsioni del loro Piano Paesaggistico) sugli altri valori da contemperare e ricordando che prima di qualunque decisione è necessario effettuare una attenta e puntuale ricognizione degli elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio e l'ambiente.
La Todde non adotterà alcun blocco reale perché è probabilmente impegnata, a mio giudizio, anche in ragione del suo passato di vice ministro del MISE, a tutelare impegni e obbligazioni politiche contratte a suo tempo.
Questo si può affermare per il semplice fatto che proprio con il Comitato Scientifico per la insularità in Costituzione che dalla prima ora sosteneva tale tesi, la Presidente non si è mai voluta confrontare mentre ha convocato e sentito tutte le organizzazioni ed associazioni nate sul tema.
5) Ci sarebbe spazio, secondo voi, per la richiesta di risarcimento dei danni patiti dagli sviluppatori escluse le ipotesi di cause temerarie?
Sul tema dei risarcimento non credo vi sia pericolo alcuno, la Corte Costituzionale ha avuto modo di ribadire più volte, anche con riguardo alla Regione Sardegna, che nel corso del percorso amministrativo è lecito porre a confronto la pluralità degli interessi pubblici in gioco ed una volta esaminati poter scrutinare quello prevalente.
Le domande presentate sono tutte sub judice nel senso che quando sono state presentate non erano noti i limiti posti dalle disposizioni sulle aree idonee e non idonee meglio specificate dal successivo Decreto ministeriale del giugno 2024.
Davanti al valore Costituzionale del Paesaggio e dell'Ambiente, al dovere pubblico di salvaguardare tutto quello che entra in relazione con la salute umana ed animale, non credo debbano sussistere timori di possibili risarcimenti o concessioni.
I Giudici dello Stato hanno già dimostrato di saper discernere i valori prevalenti ed intangibili.