AL-AHLI E' GIA' IL SIMBOLO GLOBALE DELL'OPPRESSIONE

AL-AHLI E'  GIA'  IL SIMBOLO GLOBALE DELL'OPPRESSIONE

Giannina Puddu, 18 ottobre 2023.

L'azione "diplomatica" del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è complicata parecchio a causa dell'attacco all'ospedale di Al-Ahli.

Lo scontro e la protesta sono già anche in territorio americano.

A New York, nel Washington Square Park, si sono scontrati i manifestanti filo-palestinesi contro una minoranza di filo-israeliani.

Le grida: “Hai bombardato un ospedale! Hai bombardato un ospedale! , “C’era un ospedale con centinaia di civili!” 

Devin Krishnaswami, studente del City College, ha detto di essersi unito ai manifestanti palestinesi “perché Israele sta abusando della Palestina e abusa della Palestina da anni”.

Mustafa, un cittadino egiziano di 27 anni, ha detto all'inviato dell'Whashington Post che lui e altri sostenitori filo-palestinesi hanno paura di parlare apertamente, perchè potrebbero essere derubati e perdere il lavoro.

Ha detto: abbiamo il terrore di dire quello che vogliamo. 

Ma, ha parlato, nonostante la paura: Vuoi chiedere quali sono le nostre opinioni? Siamo preoccupati di raccontarvi le nostre opinioni… perché gli Stati Uniti stanno aiutando Israele e denigrando tutti”. “Il sistema sta aiutando Israele a opprimere i palestinesi”.

Questo, ieri, dopo che venerdì si sono svolte altre manifestazioni  in tutta la città dopo l'appello di un ex leader di Hamas per una "giornata del jihad" globale.

Il più grosso problema di Biden sta nell'aperta dichiarazione aggressiva del governo di Israele che non sta dando la risposta di uno Stato all'attacco di Hamas, ma risposte ciniche e tipiche delle azioni di stampo terroristico. 

Israele supera i limiti entro i quali deve svolgersi anche una guerra, violando i più elementari diritti umani, provocando la fame e la sete della popolazione civile, privandola dell'assistenza sanitaria e provocandone la morte con l'attacco armato.

Le sfrontate dichiarazioni del governo di Israele non lasciano spazio al dubbio ed emerge la certezza, diffusa a livello globale, della sua colpa. 

Biden ha chiesto la protezione dei civili che fin qui non ha ottenuto, anzi!

Ritene che sia necessario un corridoio umanitario per aiutare i civili intrappolati nei combattimenti e che Israele si atterrà alle “regole della guerra” e neanche questo si sta verificando nei fatti.

Ha aggiunto: "Sono fiducioso che Israele agirà secondo le misure... le regole della guerra... Ci sono standard a cui si attengono le istituzioni democratiche e i paesi. E quindi, sono fiducioso che ci sarà la possibilità per gli innocenti di Gaza di avere accesso alle medicine, al cibo e all’acqua”.

Invece, ad oggi, sono bloccate le forniture alimentari, le riserve di acqua sono agli sgoccioli, i carburanti scarseggiano, gli ospedali sono bombardati.

Tutto questo è certificato dagli osservatori internazionali compresa l'ONU.

Secondo il sondaggio appena fatto dalla CNN, gli americani sono divisi sulla fondatezza della risposta del governo israeliano agli attacchi e, tra gli stessi democratici  solo il 38% approva.

Secondo i funzionari della Difesa USA, circa 2.000 soldati statunitensi si stanno preparando per un potenziale dispiegamento in Israele e la ragione ufficiale del loro coinvolgimento sarebbe quella del supporto medico e logistico.

Ma, se fosse questo, a che pro la presenza delle due immense portaerei? 

Biden deve fare i conti con l'opinione pubblica americana, tutt'altro che piegata a favore di Israele e con le presidenziali che incombono.

Deve considerare l'umore delle piazze occidentali ed il loro potenziale di influenza sui rispettivi governi anche "alleati".

Deve muoversi considerando gli avvertimenti perentori giunti dall'Iran, la nuova intesa tra l'Iran e l'Arabia Saudita che il 5 settembre si sono scambiati gli ambasciatori, gli umori di tutto il mondo arabo, delle nazioni africane, dell'America del Sud, della Cina, della Russia...

Ed anche la protesta degli ebrei giusti a favore dei palestinesi, perchè non si tratta di un conflitto pro o contro gli ebrei come Biden vorrebbe far apparire mentre dice al giornalista Scott Pelley:  “Gli ebrei sono stati soggetti ad abusi, pregiudizi e tentativi di spazzarli via per, oh Dio, più di mille anni”.

Proprio chi ha subito gli abusi, i pregiudizi e il genocidio comprende meglio di chiunque altro la sofferenza storica della Palestina e si schiera dalla sua parte.

E c'è anche la spaccatura interna di Israele con il suo pluridecennale amico Netanyahu che, politicamente, pare avere i giorni contati nonostante la dichiarazione dello stato di guerra che vorrebbe blindarlo nel suo incarico.

Intanto, in poche ore, è cambiato il clima globale, con l'attacco all'ospedale di Al-Ahli che sta raccogliendo la protesta nelle piazze di tutto il mondo come simbolo dell'oppressione dei popoli che manifestando per la salvezza della Palestina manifestano anche per sè stessi, in un processo di identificazione che si è realizzato e del quale è difficile prevedere lo sbocco.