Abi, Mussari dice la sua sulla questione spread

L`Italia non avrà bisogno di ricorrere ai nuovi prestiti di emergenza messi in campo in funzione anti-crisi dal Fondo Monetario Internazionale. Ne è sicuro il presidente dell`Abi, Giuseppe Mussari, intervistato in diretta nel corso della trasmissione «L`Economia in tasca» su Radio1 Rai e ripreso da Ansa. Mussari ha anche avvertito che per continuare a garantire prestiti e finanziamenti a imprese e famiglie le banche italiane hanno bisogno che si segua «la via maestra della riduzione dello spread» tra i nostri titoli di stato e quelli tedeschi. Mussari è anche intervenuto sul tema del rapporto tra etica e finanza, dicendosi «totalmente d`accordo» con le parole del cardinale Bertone, che ieri ha definito «totalmente autoreferenziali» i mercati finanziari. Sullo strumento degli eurobond e sulla contrarietà della Germania, Mussari spiega: «Penso che il fulcro delle dichiarazioni della cancelliera tedesca Merkel sia che non è ancora il momento degli eurobond -dice Mussari- Perchè gli eurobond, che sono un`ottima idea, abbiano il loro effetto bisogna che le politiche fiscali e le politiche di economia pubblica dei paesi europei non si limitino alla convergenza ma siano sostanzialmente identiche. Solo in questo modo -continua il presidente dell`Abi- si può poi pensare di avere sostanzialmente un unico debito pubblico. Siamo nella situazione in cui ognuno deve fare un passo ma il mancato passo in avanti reciproco rischia di portarci in una situazione di stallo. Da questo punto di vista i cambiamenti politici che ci sono stati in Europa possono aprire una prospettiva, occorre però innanzitutto che chi deve fare delle cose le faccia ma con la consapevolezza che dopo aver fatto i suoi compiti a casa, il compito europeo venga fatto bene e presto» .    Il Fondo monetario internazionale ieri ha annunciato un nuovo strumento anticrisi, costituito da prestiti precauzionali per i paesi contagiati dalla crisi, con difficoltà di liquidità; l`Italia finirà con l`aver buisogno di questo prestito d`emergenza? «Al momento -risponde Mussari- mi sembra che il rifinanziamento del nostro debito, ancorchè a tassi maggiori, non abbia mai incontrato ostacoli , il nostro debito è posseduto per poco più del 50% da istituzioni e cittadini italiani, e quindi non dovremmo avere bisogno di tutto ciò. Però in questa fase è non è tanto importante che gli strumenti siano utilizzati, quanto che il mercato sappia che queste misure ci sono in modo tale da scoraggiare chi lavora per ridurre ulteriormente il valore di alcuni titoli pubblici ed ottenere maggiori rendimenti», dunque per porre freno alle speculazioni«. Con i rendimenti dei nostri titoli di stato di nuovo sul livello critico del 7%, e dunque costi maggiori per le banche, i prestiti delle banche alle famiglie sono destinati a diminuire? »Noi stiamo ragionando sul principale problema che è quello che condiziona il rapporto tra banche, imprese e cittadini -ha spiegato Mussari- ed è evidente che se il rischio del Paese continua ad essere valutato così come viene valutato oggi, valutazione che io non condivido, inevitabilmente questo provoca delle conseguenze nel rapporto tra banche e cittadini e imprese, perchè il costo del denaro per le banche ovviamente aumenta e se aumenta per le banche non può non aumentare per cittadini ed imprese.Per questo oggi l`attenzione di tutti deve essere verso quel problema.La riduzione del famoso spread è la strada maestra per continuare a servire come hanno fatto le banche italiane nel corso dello scorso anno, cittadini, imprese e famiglie«. Sulle dichiarazioni del card Bertone, che ieri ha parlato di mercati finanziari `autoreferenzialì: «Sono totalmente d`accordo, è un richiamo forte, utile su cui tutti dovrebbero riflettere -conclude Mussari- È ovvio che il cardinal Bertone fa un forte richiamo all`etica, definisce il mercato `autoreferenzialè e quindi sostanzialmente piegato su se stesso, incapace di leggere fenomeni più generali, incapace di guardare all`interesse generale piuttosto che al proprio particolare. Dal punto di vista operativo lo traduco nella necessità di regole diverse per la finanza globale».    

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