A quota 1.000 (società quotate) pil e occupazione volano

La quotazione in borsa fa bene al Pil nazionale. È quanto indica uno studio realizzato da Borsa Italiana e Università Bocconi secondo il quale se le società quotate in Piazza Affari fossero 1.000 (contro le 291 aziende italiane di inizio 2010) il prodotto interno lordo del paese potrebbe salire fino all`1,5% in più.

Secondo la ricerca ci sarebbe un impatto positivo anche sull`occupazione (+137.000 posti di lavoro in un anno) e un aumento del gettito fiscale (+2,85 miliardi di euro).
Le 291 imprese italiane presenti sul listino di Piazza Affari a inizio 2010 rappresentavano meno della metà delle imprese quotate in Germania, 1/3 di quelle in Francia e poco più di 1/10 di quelle in Gran Bretagna. In Italia le società quotate hanno prodotto, sempre a inizio 2010, il 21% del fatturato nazionale ed il 7% degli occupati. Le imprese più piccole sono il 77,5% del totale, ma sono solo il 16,4% di quelle quotate, originando quella che nella ricerca - presentata oggi nel corso di un convegno di apertura dello `Star Conference`, in programma domani e dopodomani a Palazzo Mezzanotte - viene definita come una «rilevante sottorappresentazione in borsa», pari a circa il 61,1% in meno rispetto al ruolo giocato dalle stesse imprese nell`economia reale.
Al contrario, le imprese di maggiori dimensioni rappresentano il 4,5% del totale e la metà delle società quotate, con una «sovrarappresentazione del 45%». Un divario presente anche negli altri paesi, ma in maniera meno rilevante (pari a circa il 40% in meno) rispetto al`Italia.
 
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