A giugno arriva la mobilitazione collettiva per il lavoro
Rimettere al centro delle scelte politiche ed economiche il tema del lavoro, in tutte le sue componenti.
Questo l`obiettivo, riportato da Asca, della mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil che si realizzera` con iniziative territoriali e regionali confederali e di categoria, a partire da sabato 11 maggio e che approdera` il 22 giugno in una grande manifestazione nazionale a Roma.
In un Documento delle Segreterie di Cgil, Cisl e Uil, approvato oggi dai direttivi unitari i sindacati spiegano di ritenere ``urgente che il tema del lavoro, in tutte le sue componenti, torni al centro delle scelte politiche ed economiche`` e indicano i provvedimenti urgenti ed indispensabili per aprire una nuova fase.
Le priorita` riguardano: ``una soluzione a quelle emergenze che alimentano la disoccupazione. In particolare serve ( il rifinanziamento della CIG in deroga; il completamento dell`effettiva salvaguardia degli `esodati`); la riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle imprese che faranno assunzioni nel prossimo biennio, destinando automaticamente a tale scopo le risorse derivanti da un`efficace lotta all`evasione fiscale, reato di cui va sancita la natura penale; il rilancio delle politiche anticicliche prevedendo ad esempio la possibilita` per i Comuni che hanno risorse, di fare investimenti e di avviare i cantieri gia` deliberati, fuori dal patto di stabilita`. In questa direzione il provvedimento per il pagamento dei crediti alle imprese e` un primo segnale positivo; l`ammodernamento e la semplificazione della Pubblica Amministrazione non attraverso tagli lineari, ma con la riorganizzazione e l`efficacia del suo funzionamento, con il contenimento della legislazione concorrente ed eliminando tutte le formalita` inutili che rallentano le decisioni. E` fondamentale, per sostenere la crescita, investire nella scuola pubblica, nell`universita`, nella ricerca pubblica e privata e nell`innovazione; ridurre i costi della politica e` la condizione per buone istituzioni e buona politica. Si tratta, da un lato, di riordinare e semplificare l`assetto istituzionale ed amministrativo del Paese, seguendo quanto gia` fatto dagli altri partner europei e, dall`altro, di tagliare con decisione gli sprechi e i privilegi che non sono compatibili con l`efficienza e la buona amministrazione; definire una politica industriale che rilanci le produzioni, valorizzando le imprese che investono in innovazione e ricerca e che salvaguardano l`occupazione e le competenze``.
Per i sindacati inoltre vanno definiti: uno strumento di contrasto alla poverta` e il finanziamento della non autosufficienza; la proroga per i contratti precari della Pubblica Amministrazione e della Scuola in scadenza; la riforma dell`IMU, esonerando solo i possessori di un`unica abitazione, con un tetto riferito al valore dell`immobile``.