A CHIACCHIERE, TUTTI PER L'AMBIENTE. MA, NEI FATTI, TROPPI VOGLIONO STARE A CASA IN MAGLIETTA D'INVERNO COME D'ESTATE!
Redazione, 18 novembre 2021.
In inverno, è necessario coprirsi bene, anche in casa, meno che fuori, ovviamente, ma coprirsi.
Pretendere, invece, di avere il diritto alla tshirt in casa come d'estate è ipocrisia pura.
E' anche una dose di egosimo stratosferico ben sapendo che il riscaldamento delle case è uno pei principali inquinanti se non, come pare addirittura, il peggiore tra gli inquinanti.
Come dire: chi-se-ne-frga-di-chi-vivrà-dopo!
Voglio 23 gradi, d'inverno, in casa e punto!
E, qualcuno, ha la faccia tosta di arrivare a 25!
Eppure, il XVI Rapporto ISPRA sulla qualità dell'ambiente urbano, sintetizzato da Giorgio Cattani, rivela e conferma che la fonte principale di inquinamento dell'ambiente urbano è il riscaldamento domestico.
L' OMS ha stimato che l'inquinamento dell'aria sia la causa diretta della morte di 4.300.000 persone, nel mondo, ogni anno.
L'inquinamento sta uccidendo più del Covid , considerato che, nel 2021 (peggio del 2020) e secondo il Wall Street Journal , che ha analizzato i dati della Johns Hopkins University , in meno di sei mesi il virus ha ucciso 1.883.325 persone.
Se raddoppiamo il dato semestrale, usando prudenza massima, arriviamo a 3.766.650 di morti per Covid nel 2021.
E' chiaro dal confronto dei dati che l'inquinamento uccide di più.
Scrive Cattani, tra le cause, l'utilizzo di combustibili come legna, carbone e residui organici in apparecchi privi di qualsiasi sistema di abbattimento delle emissioni.
Altri 3,7 milioni di decessi sono attribuiti all'inquinamento outdoor.
L'Agenzia Europea per l'Ambiente ha stimato che in Italia, nel 2015, 60.200 morti premature potrebbero essere attribuibili all'esposizione a lungo termine al PM2,5, 20.500 all'NO2 e 3.200 all'O3.
Continuano a verificarsi superamenti del valore limite giornaliero del PM10 in molte aree urbane e, per quanto riguarda l'NO2, del limite annuale, nelle stazioni di monitoraggio collocate in prossimità di importanti arterie stradali.
Nel 2017, il valore limite giornaliero del PM10 è stato superato in 35 aree urbane; gran parte di queste sono localizzate al Nord, ma anche al Centro-Sud si registrano superamenti.
Con questo non si può, nè si vuole negare o sottovalutare il contributo negativo degli autoveicoli.
Infatti, afferma Cattani, i trasporti stradali costituiscono quasi il 20% delle emissioni primarie di PM10, una quota utt'altro che trascurabile.
Inoltre, contribuiscono largamente alle Emissioni di OSSIDI di azoto (per 96 città su 120 le Emissioni di NOx.
Sono dovute per più del 50% ai di trasporti su strada rappresentando complessivamente il 55% delle Emissioni di NOx Dalle 120 città) finendo per determinare in larga parte i livelli elevati di NO2 in aria e contribuendo, come precursori del PM secondario, alle concentrazioni di PM10 e PM2,5.
Il Consiglio Europeo ha previsto nuovi limiti alle emissioni nazionali con previsione di riduzione dei massimi consentiti in due step (a partire dal 2020 e dal 2030) per il PM2,5 e i principali precursori particolato secondario (NOx, NMVOC, NH3) che possono essere adottati a breve dagli stati membri.
E' facile prevedere che, finita l'emergenza per Covid (o imparata la convivenza pacifica con il Covid), sarà il momento dell' "Emergenza Ambientale" con nuovi provvedimenti che porteranno ad un ulteriore ribaltamento dei nostri stili di vita.