2012: fuga da Los Emergentes

All’intensificarsi della crisi del debito dell’Eurozona, è cresciuto il rischio di fuga di capitali dai mercati emergenti verso il ritorno ai Paesi occidentali.

Secondo Jim Leaviss, Head of Fixed Interest e gestore del fondo M&G Global Macro Bond, una fuga di capitali potrebbe causare gravi problemi ai mercati obbligazionari degli emergenti.

“In molti casi il mercato obbligazionario non sta prezzando in modo adeguato questi rischi”, afferma Jim Leaviss. Ad esempio, il differenziale sui CDS dei titoli di Stato brasiliani è oggi allo stesso livello dello spread sui CDS dei titoli di Stato di Olanda e Germania*. “Ciò suggerisce che gli investitori continuano a guardare a molti mercati emergenti come a ‘porti sicuri’, una view che mi vede in disaccordo”, sostiene il gestore. In modo simile, Leaviss pensa che gli investitori in reddito fisso stiano sottostimando i rischi di Paesi come Polonia, Russia e Turchia.

Il gestore è inoltre preoccupato per la grande porzione di debito dei mercati emergenti in valuta locale in mano ad investitori internazionali, e porta l’esempio del Perù, Paese in cui il 48% del debito governativo in valuta locale è in mano ad investitori stranieri. Lo stesso vale per Ungheria con il 39%, Malesia con il 26%),e Messico con il 24%. Secondo Leaviss, se i creditori esteri iniziassero a liquidare queste posizioni, ci potrebbero essere gravi implicazioni per i mercati emergenti.

In aggiunta, le banche stanno riducendo le loro operazioni nei Paesi in via di sviluppo, scaricando alcune obbligazioni dei mercati emergenti. Una spiegazione per questo è che le banche si trovano oggi in un ambiente regolatorio più duro in Europa, parte del quale impone l’aumento dei loro livelli di capitale. Se le banche non possono accrescere i capitali emettendo azioni, l’unica opzione che rimane è diminuire la leva e l’effetto a catena di questo è di diminuire i prestiti.

Una grande banca internazionale ha cominciato a ritirarsi dall’America Latina a causa della minore crescita registrata in quella parte del mondo. In modo simile, le istituzioni finanziarie di Germania e Austria hanno tagliato i prestiti ai Paesi dell’Europa orientale, tra cui Ungheria e Romania dove, secondo Bloomberg, circa un prestito su quattro risulta insolvente.

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