Papa Francesco contro la finanza spregiudicata
E` divenuto Papa o, come preferisce definirsi lui, Vescovo di Roma, da poco. I media di turno si sono prodigati nel cercare un profilo `politico`, quando in realtà stiamo parlando di qualcosa che dovrebbe rimanere confinato entro i limiti dello spirito.
Ma sappiamo tutti che, per struttura storica, il Vaticano ha sempre avuto le mani in pasta un po` ovunque ed è quindi inevitabile lanciarsi in questi esercizi di giornalettismo d`assalto. Essendo noi una testata finanziaria, non possiamo esimerci da questo, se pur triste, lavoro, raccogliendo in rete quanto emerge sull`approccio dell`eletto al tema finanziario.
Il primo aiuto ce lo dà Dagospia. `Figlio di immigrati italiani, Papa Francesco, il primo pontefice gesuita nella storia della Chiesa, è conosciuto come un conservatore ed un uomo molto riservato con una grande attenzione ai poveri e all`impegno sociale. Famose restano le sue posizioni molto critiche sul Fondo monetario internazionale e sul liberismo. Vive modestamente in un piccolo appartamento, ha rinunciato ai lussi del suo rango, prende i mezzi pubblici per spostarsi in città e visita spesso le zone più povere del Gran Buenos Aires. Di più: prendeva sempre un posto in classe economy sugli aerei quando viaggiava`.
A chiarirci ancora meglio le idee ci pensa il Corriere della Sera. Bergoglio, si sa, è sempre stato lontano dalla Teologia della Liberazione nata a Medellin, in Colombia, nel 1968. Ma è anche durissimo con il capitalismo esasperato: «La crisi economico-sociale e il conseguente aumento della povertà ha le sue radici in politiche ispirate da certe forme del neoliberalismo che considerano i guadagni e le leggi del mercato come parametri assoluti, a danno delle persone e dei popoli», un sistema che «non ha remore a trasformare in disoccupati milioni di lavoratori».