Il braccio di ferro tra Washington e Berlino alla stretta finale
Il braccio di ferro tra Washington e Berlino alla stretta finale
Mario Draghi: `Senza riforme l`unione monetaria è a rischio.`
Di Guido Colomba
Nell`attuale caos geo-politico è poco probabile che la Fed proceda ad un secondo salvataggio dell`euro senza adeguate contropartite da parte della Merkel e dei suoi falchi del Nord. Se ne è fatto portavoce Mario Draghi: `Senza riforme l`unione monetaria è a rischio`. Il presidente della Bce è stato molto esplicito:`Le divergenze tra i Paesi tendono a diventare esplosive e minacciano l`euro`. Vi sono alcuni punti fermi. (1) Le Borse continuano a consolidare (talora a migliorare i risultati ottenuti) ma, di fatto, sono nelle mani delle banche centrali. Se si chiude il rubinetto della liquidità illimitata, lo scoppio della `bolla` diviene un rischio reale. (2) Di qui la crescente asimmetria con l`economia reale. Le proteste elettorali della Spagna e della Polonia riflettono questa situazione e spingono Renzi a chiedere `un`Europa costruita dal basso`. (3) Romano Prodi, ex presidente della Commissione, avverte che l`Europa è alla canna del gas.`Nel 2012, ha ricordato, con 30-40 miliardi si poteva risolvere la crisi greca. Oggi rischia di costare dieci volte di più`. (4) Lo stesso Tsipras denuncia l`incongruenza della UE di chiedere un avanzo primario alla Grecia che ha il 25% di disoccupazione ed ha già licenziato 240.000 dipendenti pubblici. `L`austerity - ha detto - l`abbiamo già fatta`. Quale è la risposta di Bruxelles? Il piano Junker, a nove mesi di distanza dall`annuncio, è divenuto un ectoplasma con buona pace di quanti ne hanno cantate le lodi. Inoltre il potere della Commissione si è trasferito a Berlino. L`errore principale della Cancelliere tedesca è di avere assunto, dal 2012 ad oggi, una posizione in netto contrasto con la Casa Bianca e con la Fed. L`esempio più eclatante è il ritardo della Bce, provocato dalla Merkel, nel dare attuazione al QE che oggi appare di segno opposto alla Fed. Un incrocio a somma zero. Ecco perchè l`ottimismo di Visco è del tutto fuori luogo e ricorda le affermazioni di Saccomanni ai tempi del governo Monti (2011-2012). La Banca d`Italia non solo ha perso gran parte del suo potere, dopo l`avvento della vigilanza unica della Bce, ma continua a subire i contraccolpi intellettuali di un modello di riferimento (quello tedesco) del tutto negativo per gli interessi italiani. Il `capitalismo di relazione` ha visto per troppi anni in prima fila proprio i vertici di palazzo Koch. La vicenda Mps (con il contorno dei derivati `swaptions`) costituisce l`esempio più classico. Ed è inutile che Bazoli si erga a paladino a tempo scaduto. Purtroppo, l`Italia non è ancora attrezzata (la riforma della PA è già in ritardo) per gestire la nuova situazione. C`è una spesa pubblica che soffoca il Paese (Sergio Rizzo ha denunciato le `diecimila sedi dello Stato`) nonostante la crisi del debito sovrano esplosa nel 2012. Non a caso il debito pubblico continua a salire. La correlazione è diretta: l`onda antisistema si ferma solo eliminando sprechi e corruzione. (Guido Colomba, editor, copyright 2015, edizione italiana)
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