Anche per il 2011 in Italia prevalgono le operazioni di M&A di piccola e media dimensione

Il documento elaborato dallo studio legale internazionale Allen & Overy pubblicato in questi giorni ha confermato come anche per i primi 9 mesi del 2011, salvo qualche eccezione (come ad esempio il caso Parmalat/Lactalis), a prevelare sul mercato italiano siano state le operazioni di Merger and Acquisition di dimensioni medio-piccole. Tuttavia non è questa una novità, visto che il nostro Paese è tradizionalmente legato a questo tipo di risultati. Quello che sorprende è piuttosto la forte riduzione in termini di valore (-73%) da parte di queste operazioni, una situazione che si pone in netta controtendenza rispetto al resto dell’Europa (che ha invece segnato, in media, un aumento del 26%), ma che probabilmente è dettata dal momento di crisi, che spinge i compratori ad eccessi di insicurezza. 

Questa situazione genera però un forte interesse da parte degli investitori internazionali, che possono trovare nel mercato italiano nuove e promettenti occasioni per investire i loro soldi,  attirati appunto da un’industria dal know-how invidiabile e da prodotti ancora molto appetibili all’estero.
Molti fondi internazionali di private equity – come ha sottolineato sulle colonne del Sole24Ore Paolo Ghiglione, corporate partner di A&O – hanno raccolto ingenti somme e sono ormai pronti ad investirle.
 
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